Sulle tracce di un memoriale della Grande Guerra.
Ricerca, studio e passione.
Classi 3A e 3B alla scoperta di Mario Muccini, un letterato al fronte.
Due classi al lavoro per una ricerca su un memoriale introvabile, non più in commercio. Quest’anno in occasione di un concorso bandito dalla Regione Veneto per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra, ho proposto agli alunni delle classi 3A e 3B la lettura del memoriale dal titolo: Ed ora andiamo! Il romanzo di uno scalcinato, edito per la prima volta da Tavecchi nel 1938 e poi da Garzanti con ben quattro edizioni, nel 1939.
Scritto da Mario Muccini, racconta la “sua guerra” sul fronte del Carso, della Carnia e del Garda.
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Questa lettura è possibile perchè sono in possesso di una copia del libro acquistato in occasione di una ripubblicazione che c’è stata nel 2013, senza scopo di lucro, per il recupero di fondi per il restauro di una chiesetta costruita dai soldati a Plava, in Slovenia, nel 1916.
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L’edizione del 2013 è stata curata da Sergio Spagnolo e Fabrizio Corso. |
I ragazzi si mettono al lavoro, cominciamo così ad organizzare delle ore di laboratorio pomeridiano, creando dei gruppi in orario extrascolastico per analizzare i capitoli del libro.
I ragazzi scoprono giorno dopo giorno, attraverso la lettura del libro, una nuova realtà: le difficoltà di sopravvivenza in trincea e le durissime condizioni di vita dei poveri “scalcinati” fanti: sofferenza, fatica, fame, freddo, disperazione, morte…
I ragazzi si accorgono che quello che hanno studiato sui libri di scuola è veramente troppo poco rispetto a quello che stanno “vivendo” tra le suggestive pagine di questo libro.
Al fronte convivono soldati che provengono da tutta Italia, sono lì tutti insieme, a migliaia per combattere e troppo spesso per morire in una guerra di cui molte volte sanno poco o nulla. Molti sono analfabeti. La gioventù italiana per la prima volta è riunita in quelle trincee melmose, sanguinanti, puzzolenti, invase dai topi. I soldati vi giungevano con le tradotte che percorrevano in continuazione l’Italia da Sud a Nord. Siamo riusciti ad entrare in contatto con molte persone, prima con Mauro Pinton, socio di Cimeetrincee che è venuto a scuola per raccontare la vita in trincea, il suo racconto si è perfettamente intrecciato con le parole di Mario Muccini.
Dalle ricerche poi siamo capitati in un forum on-line e abbiamo trovato uno dei curatori dell’ultima edizione del libro, Fabrizio Corso, che vive a Modica, in Sicilia. Con lui abbiamo iniziato uno scambio prezioso di informazioni e il 28 ottobre 2016 è venuto alla Spallanzani per incontrare e conoscere di persona le classi.
Dopo l’incontro ci scrive questa bella lettera:
Modica, lì 05/11/2016
Cari Ragazzi,
è con un po’ di ritardo che vi scrivo queste brevi parole di ringraziamento dopo il nostro piacevole incontro di venerdì 28 ottobre, ma gli impegni lavorativi e qualche inconveniente per fortuna risolto in bene non mi hanno permesso di farlo prima. Vi ringrazio ancora una volta per la vostra accoglienza e per il bel dono che mi avete consegnato e che adesso fa bellamostra sulla scrivania del mio pc. Ed un ennesimo grazie va anche alla gentilissima professoressa Cirillo a cui va il grande merito di avervi fatto accostare alla storia della Grande Guerra tramite uno dei memoriali tra i più belli e potenti che siano stati scritti su quell’immane tragedia.
Purtroppo molto spesso si pensa alla guerra in generale ed a quella guerra in particolare accostandole parole come “eroismo”, “conquista” e “gloria”, ma per fortuna ci sono libri come quello di Muccini che ci ricordano duramente (e anche con un pizzico di feroce ironia) che in realtà non è così e che le parole che più si adattano ad essa sono “sofferenza”, “morte” e “distruzione”!
Per capire meglio cosa voglio dire vi invito a leggere questo brano relativo alle trincee del Carso, tratto dalla seconda edizione di “Ed ora, andiamo!” (e che nella prima edizione non risalta abbastanza bene), perché secondo me sintetizza perfettamente le condizioni di ogni singolo soldato che visse, combatté e morì nelle trincee della Grande Guerra, sia esso italiano, austriaco, sloveno, inglese, francese o tedesco:
“E piove, piove, piove. I ricoveri e le trincee sono tutte acqua e poltiglia, i soldati addossati gli uni agli altri sotto le coperte ed i teli da tenda inzuppati, con i piedi nella fanghiglia attendono, rassegnati e fatalisti, di dare il cambio alla prima linea, o di portare graticci e sacchetti a terra, o di andare all’assalto e finirla una buona volta con una pallottola nella testa, o rimanere lì sfracellati da una granata sotto il baracchino sconquassato.
E le ore scorrono scivolando lente sul nostro cuore che pare una cosa sola con la marea di fango che ci sommerge, anima e corpo, in queste fosse dove passano e si alternano migliaia e migliaia di uomini e dove reparti interi scompaiono distrutti, inghiottiti senza scampo, come impantanati in una sconfinata distesa di sabbie mobili. Tutto quello che qui intorno vive, sembra destinato a morire.
Nel silenzio infinito, pauroso, echeggia il ta-pum del «cecchino».”
Vi invito a fare caso alle parole chiave: piove, fanghiglia, rassegnati, sfracellati, granata, distrutti, morire, pauroso. Cosa c’è di glorioso ed eroico in tutto questo…? Mario Muccini scrisse le sue memorie con una missione ben precisa: non dimenticare e non far dimenticare; e con lo stesso obiettivo esse sono state date alle ristampe. E adesso spero che anche voi che siete il nostro futuro porterete avanti questa missione, insieme a me, a Mauro Pinton, a Sergio Spagnolo e a tanti altri appassionati delle storie degli uomini e dei fatti della Grande Guerra. Un caro saluto a tutti voi da Modica e mi raccomando, se avete altre domande o curiosità su Mario Muccini inviatemi pure una mail, la prof ha il mio indirizzo.
Fabrizio Corso
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La scoperta più commovente però è stata quella di trovare la figlia del tenente Mario Muccini, Anna Maria, che nei mesi a seguire, ha offerto agli alunni una preziosa testimonianza.
La signora è ormai novantenne e quando scopre che un gruppo di studenti si è messo sulle tracce di suo papà, li sostiene con molto entusiasmo, fino ad incontrarli a Firenze l’8 marzo 2017.
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Il tenente Mario Muccini, nel memoriale, nel capitolo Mrzli, ad un certo punto fa una descrizione singolare di un colonnello, Maurizio De Vito Piscicelli, che conoscerà sul Mrzli e che vedrà morire proprio durante l’attacco di Caporetto il 24 ottobre 1917.
Gli alunni, incuriositi, iniziano allora a ricercare informazioni e trovano, a Napoli, una scuola a lui dedicata. Dopo un primo contatto telefonico, inizia un gemellaggio culturale con la scuola Maurizio de Vito Piscicelli. Anche gli alunni di Napoli si interessano alla storia della Grande Guerra e fanno ricerche sul personaggio a cui è dedicata la loro scuola e scrivono anche una petizione al sindaco Luigi De Magistris per correggere una lapide dedicata a Maurizio De Vito Piscicelli in via Bausan in quanto riporta degli errori sul luogo e sulla data di morte del colonnello.
La targa, corretta, il 25 marzo 2017 è stata inaugurata alla presenza di molte autorità. La docente Gianpaola Costabile da Napoli ci scrive:
Non sembra azzardato affermare, che una bella pagina di scuola attiva e ‘tricolore’ è stata scritta nel corso del corrente anno scolastico dallo ‘Spallanzani’ di Mestre e dalla ‘Piscicelli’ di Napoli: due scuole geograficamente tanto distanti che hanno saputo (e fortemente voluto) coniugare i loro sforzi, per dare voce a storie di uomini che, generosamente, hanno dato la vita durante la Prima Guerra Mondiale.
Tutto ha avuto origine dalla proposta di gemellaggio offerto dalla Prof.ssa Daniela Cirillo dell’I.C. ‘Spallanzani’ di Mestre di realizzare un video su Piscicelli per far partecipare le due scuole al Concorso bandito dalla regione Veneto ‘La grande guerra. Una storia nella Storia’. Proposta accolta dalla Preside del 55° C.D. di Napoli, Prof.ssa Gabriella Talamo, ed affidata alle docenti Gianpaola Costabile e Maria Scialò.
Alle ricerche di materiale e notizie biografiche sono seguite passeggiate didattiche ‘sulle orme di Piscicelli’ che hanno portato alcuni bambini di quinta a ripercorrere la storia del nostro eroe, ricercandone ambienti da lui frequentati e verificando le notizie che ‘gli abitanti di via Piscicelli’ avevano su di lui. Il video “Piscicelli uno di noi” che ha concorso insieme a quello, ben più articolato dei vostri studenti, racconta proprio la fase esplorativa della loro ‘investigazione’ fino alla scoperta della lapide di Piscicelli posta presso la sua abitazione dove, con grande meraviglia, i nostri bambini hanno scoperto che era indicata una data sbagliata della morte: 24 ottobre 1918 e non 1917 e che anche il ‘luogo’ non era corretto trattandosi di Kamno e non di Kanno. Da qui la petizione sottoscritta, insieme alle docenti referenti del progetto, al Sindaco Luigi De Magistris, all’Assessore all’Istruzione Anna Maria Palmieri ed all’Assessore alla Toponomastica Alessandra Clemente. Petizione andata a buon fine!
L’ inaugurazione della lapide corretta, il 25 marzo nel giorno della nascita di Piscicelli, ha visto un cerimoniale molto suggestivo, arricchito dalla presenza di un drappello di allievi e di ex allievi della Scuola Militare ‘Nunziatella’ che hanno omaggiato il loro famoso ‘compagno di scuola’.
Se il gemellaggio con la scuola di Mestre, rappresentato dalla Prof.ssa Daniela Cirillo, presente alla cerimonia e con la quale si è realizzato un incontro di anime e di passioni, umane oltre che professionali, ha costituito la premessa di questa bella pagina di cittadinanza attiva tra i banchi di scuola, il suo ‘futuro’ è delineato dalla collaborazione con la Scuola Militare Nunziatella con la quale il 24 ottobre prossimo sarà celebrato la commemorazione del centenario della morte di Maurizio de Vito Piscicelli, caduto durante la disfatta di Caporetto (appunto a Kamno, alto Isonzo, nel 1917) e perciò insignito della Medaglia d’oro al Valor Militare.
Napoli, 7 giugno 2017
La docente Gianpaola Costabile
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A Napoli il 19 ottobre 2017, presso la Scuola Militare Nunziatella, è stato celebrato il centenario della battaglia di Caporetto e sono stati ricordati tutti gli ex allievi morti nella Grande Guerra.
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Nel corso della conferenza organizzata dall’ Associazione Nazionale Ex Allievi, è stato ricordato, attraverso le parole di Mario Muccini, il tenente colonnello Maurizio De Vito Piscicelli.
Alla conferenza sono intervenuti, il Comandante della Scuola, col. Fabio Aceto, Il presidente nazionale ex allievi, l’ing. Paolo Ortis, il presidente sezione Campania, dott. Giuseppe Catenacci.
Presenti tutti i duecentosettanta allievi del 2° 3° e 4° corso.
Un ringraziamento al dott. Sergio Sbordone che si è occupato della pubblicazione di un opuscolo, donato a tutti gli allievi, in cui sono stati riportati il capitolo Mrzli del memoriale di Mario Muccini e la sintesi del lavoro di ricerca effettuato dalle scuole in gemellaggio, particolarmente applaudito ed apprezzato in quell’occasione.
La ricerca continua e con i ragazzi scopriamo che Mario Muccini, dopo la guerra, è stato prima docente e poi Provveditore agli Studi e che dal 1958 al 1960 era a Venezia, la nostra città.
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Il 14 febbraio 2017 dopo una richiesta inoltrata al Ministero dell’Istruzione riceviamo comunicazione che la cartella dello stato di servizio di Mario Muccini è stata ritrovata. La ricerca continua alla Biblioteca Marciana di Venezia con un permesso speciale del Direttore e, spulciando tra le copie del quotidiano il Gazzettino di quegli anni, vengono trovati articoli e foto.
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Inoltre il Dirigente dell’Istituto Berna ci fornisce una documentazione sulla presenza di Muccini al Berna in occasione di una premiazione avvenuta nel 1959. |
Dopo aver consegnato alla Regione Veneto, a scadenza del concorso, un video riassuntivo di tutto il lavoro svolto, gli alunni continuano la ricerca e preparano la voce Mario Muccini da inserire nell’enciclopedia libera Wikipedia. Pagina creata il 3 dicembre 2016 che ad oggi ha già avuto molte visualizzazioni e contributi.
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Con grande gioia ma anche soddisfazione, il video multimediale, Le memorie del tenente Mario Muccini, ha ottenuto il primo premio nel concorso bandito dalla Regione Veneto.
Agnese, un’alunna di 3A, in un testo svolto in classe, scrive:
“Non importa la meta quanto il viaggio”, ed il nostro, meglio di così non poteva andare.
Il nostro è stato un percorso duro e faticoso, con non poche cadute, ma con altrettante riscosse.
Siamo arrivati a tutto questo partendo da zero.
E’ impressionante dove siamo arrivati, in Sicilia da Fabrizio, a Firenze dalla figlia di Muccini, e a Napoli alla scuola elementare Maurizio Piscicelli.
Abbiamo coinvolto quasi tutta l’Italia e insieme abbiamo vissuto la più grande avventura che ci potevamo immaginare; tra i libri di storia e le pagine di diario siamo scivolati in cerca di informazioni.
Abbiamo iniziato verso metà settembre a leggere il diario di “uno scalcinato” con la stessa curiosità di un bambino piccolo alla scoperta del mondo.
Iniziando questo lavoro non sapevamo, non immaginavamo.
Gli ultimi mesi sono stati un continuo e frenetico via vai, tra gli incontri del pomeriggio per riassumere i vari capitoli, per registrare la traccia audio e i video, tra i vari incontri con Mauro Pinton e Fabrizio alla scoperta della Grande Guerra, e infine, con la realizzazione di una pagina Wikipedia e l’assemblaggio di tutto questo, non ci siamo fermati un secondo.
Attimi fuggenti che ci ricorderemo per una vita intera.
Questo progetto mi ha dato la possibilità di creare e rafforzare amicizie dimenticate o indebolite, non solo con i miei compagni, ma anche con i ragazzi dell’altra classe.
Molte volte mi capita di pensare alla crudeltà che hanno subito migliaia di persone durante la Grande Guerra; strappati alle loro famiglie, per andare incontro alla morte quasi certa.
Anche in onore loro, questo sabato ( 17-12-2016) verrà inaugurata la chiesetta ristrutturata che avevano costruito i soldati per i loro compagni deceduti a Plava.
L’incontro che più mi è rimasto impresso, anche se io l’ho visto sullo schermo di un computer, è stato quello con la figlia di Muccini.
Quando parlava di suo papà, i suoi occhi si illuminavano, una scintilla di orgoglio nei confronti di suo padre le illuminava il viso; ne parlava con tanto affetto che sembrava che per lei non fosse mai morto.
Ci ha parlato di come lui fosse gentile e rispettoso nei confronti di tutti, anche dei suoi compagni di guerra; di come, anche nei piccoli gesti, non le aveva mai fatto mancare nulla.
Doveva essere proprio un uomo d’oro, eppure, molte volte mi sembra di averlo conosciuto dal vivo, mi ricorda un vecchio amico e lo immagino mentre sorride; quel sorriso tipico di chi ne ha passate tante, ma le ha superate tutte.
A volte penso che tutto questo non sia opera nostra, bensì che qualcuno ci abbia aiutato, qualcuno di grande, qualcuno che voleva che tutto questo non venisse dimenticato.
L’incontro che più mi è rimasto impresso, anche se io l’ho visto sullo schermo di un computer, è stato quello con la figlia di Muccini.
Questa esperienza ha segnato in modo saliente il percorso di quest’anno scolastico, il lavoro di ricerca è stato intenso, faticoso ma ricco di sorprese e soddisfazioni. Ha fatto scoprire, a piccoli passi, la Grande Guerra, ma anche un “grande uomo” e un letterato. Un lavoro di ricerca che continua perchè c’è ancora molto da scoprire.
Mario Muccini, un uomo straordinario che si è “fatto conoscere” poco per volta, un uomo che ha scelto la scuola perchè nella scuola credeva così tanto da conseguire addirittura una seconda laurea per potersi dedicare all’insegnamento. Questa per noi è stata vita di classe autentica; abbiamo avuto una grande opportunità di approfondimento culturale e di crescita umana.
Bastino infine questi appunti manoscritti, messi a disposizione dalla famiglia Muccini, per dare un senso al lavoro svolto con serietà e impegno dalle classi.
E’ ancora opportuno scrivere o ristampare libri di guerra?
E’ necessario. Vi è troppa gente che ha interesse a dimenticare: ve ne è troppa altra che non va dimenticata.
Non odio né odiare nella vita: basta ricordare finché i nostri figli sappiano e si salvino.
Mario Muccini
Classi 3A e 3B con Daniela Cirillo


















